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Rimosso il cartellone pubblicitario di SOS Vita

Roma, 24 Gennaio 2024

Ieri, 23 gennaio 2024, è stato rimosso il cartellone pubblicitario di SOS Vita dalla sala d’attesa del Consultorio donna dell’ospedale Palagi di Firenze. 

A spiegazione di questa rimozione, leggiamo un articolo di Repubblica online, edizione fiorentina, in cui si racconta la storia di una donna scioccata dalla vista di una immagine “inaccettabile”. Si tratta di una donna con uno stick in mano e la frase che invita a parlare con un volontario (professionalizzato) in caso si stesse vivendo una gravidanza difficile, per i più svariati motivi. 

Dapprima, la protagonista della storia raccontata dalla testata, pensava si trattasse di un “servizio disinteressato”, non di una “ingerenza” che pone a rischio l’applicazione della legge 194. 

In realtà, SOS Vita nasce come strumento di emergenza, per fornire ascolto 24/24h e 7/7 via telefono e via chat a donne in gravidanza, presunta o reale o anche a donne che abbiano già ricorso all’aborto. Il servizio è portato avanti unicamente da volontari, che non percepiscono dunque né un compenso né alcun tipo di “interesse” per il loro servizio. Al contrario, dedicano il loro tempo, sia attraverso il servizio che attraverso i corsi di formazione continua, regalandolo alla società, che fa ancora difficoltà a offrire supporto a gravidanza e maternità.

Il servizio di SOS VITA è dunque pensato come un aiuto che, fedelmente alla ratio legis, offre alla donna la piena consapevolezza delle alternative all’IGV: non si pone quindi in antitesi ma piuttosto in continuità con le misure volte a dare pieno compimento della suddetta normativa.

Sarebbe dunque tempo che si interrompesse la narrativa del “Calimero”, in cui presunte vittime si ergono a eroine dei diritti (presunti) degli altri, togliendo alle vere vittime, quelle spesso di una società che non offre altra scelta, il diritto di sapere che un’alternativa esiste e che ci sono persone che sono davvero solidali con loro, tanto da offrirgli tempo, supporto e professionalità. 

Preme in ultimo evidenziare che l’affissione del materiale pubblicitario è lecita e portata avanti alla luce del sole, previa autorizzazione, e non “piazzato da un uomo lunedì sera” come asserito da La Repubblica.