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Le Case di Accoglienza

Le Case di Accoglienza della rete
del Movimento per la Vita Italiano

Le Case di accoglienza del Movimento per la Vita Italiano costituiscono un’importante maglia della fitta rete a sostegno dell'accoglienza della vita, in particolare in caso di difficoltà durante una gravidanza.

Le Case, strutturate in varie tipologie, nascono per dare accoglienza a tutte quelle mamme in attesa e in difficoltà, senza distinzione di nazionalità e religione, che per diverse ragioni (di natura economica, sociale, ambientale, familiare) sono costrette ad allontanarsi per scongiurare l’aborto e per dare alla luce in tutta serenità i propri bimbi.

Il periodo di accoglienza va dal momento del concepimento e si prolunga oltre il parto, generalmente fino al primo anno di vita del bambino, a seconda del caso. Il 75% delle Case sono gestite dai Centri di Aiuto alla Vita, le altre da Associazioni, Fondazioni e Cooperative Sociali in stretto collegamento con il MPV Italiano.

I numeri delle Case di Accoglienza del MPVI

0
Case di Accoglienza
0
Posti letto
0
media metri quadri
0
donne e minori ospitati

*periodo di riferimento 2018-2021

La tipologia delle strutture varia a seconda del Piano Regionale delle Politiche Sociali che, in Italia, stabilisce la conformazione degli ambienti dedicati (cucina, servizi, camere da letto, spazi in comune), la loro metratura e la suppellettile da adottare. All’interno delle Case di Accoglienza vi opera personale specializzato, preparato a gestire difficoltà e situazioni complesse, in stretto contatto con i Servizi Sociali Territoriali: educatori, psicologi, assistenti sociali, ausiliari, infermieri, medici e a seconda delle disposizioni Regionali anche personale volontario che di per sé viene impiegato per attività ludiche e ricreative. Sono adoperate anche risorse umane che arrivano dal Progetto del Servizio Civile Nazionale in Italia. 

Contestualmente possono svolgere volontariato i giovani del Movimento per la Vita provenienti da tutta Italia. Svolgono, inoltre, attività di tirocinio i giovani provenienti dalle Università con le quali si è stilata una convenzione per i tirocini professionalizzanti.

 

MPV-54

C'è bisogno anche del tuo aiuto per proseguire questa grande missione di accoglienza

Le modalità di accesso riservate alle donne in gravidanza in difficoltà variano da caso a caso. 

La domanda di accoglienza è presentata dal Comune di residenza della donna mediante i Servizi Sociali, dai Consultori Familiari, dai Tribunali, dalle Prefetture, dalle Questure, dai Centri di Aiuto alla Vita, dalle Parrocchie e dalle Diocesi d’Italia. Generalmente questi Enti intervengono con una retta concordata con la struttura che va a coprire le spese ordinarie per l’accompagnamento della donna e del bambino. I Centri di Aiuto alla Vita intervengono, a seconda della disponibilità economica, o con risorse proprie al pagamento della retta giornaliera, o con un contributo economico una tantum, o con forniture di beni di prima necessità (medicinali, pannolini, latte…) o richiedendo al Movimento per la Vita Italiano un contributo economico a valere sul Fondo del Progetto ‘Non ti abbandono’ mediante il Coordinamento Nazionale delle Case di Accoglienza in Italia.

Non si può pensare di fare da soli di fronte agli assalti contro la vita nascente. Ogni struttura garantisce un Piano Assistenziale Individualizzato (PAI) in modo tale da favorire sia lo sviluppo dell'autonomia personale della donna che la relazione madre-bambino.

Don F. Coluccia - Responsabile Case Accoglienza

Le giornate nelle Case: un progetto individuale

Le giornate si svolgono tra impegni domestici, pulizia del proprio ambiente personale, sistemazione a turno degli spazi comuni, lavanderia e stireria, cura della propria persona, formazione educativa e lavorativa, momenti di svago o ludici, colloqui con la psicologa o assistente sociale, attività organizzate (laboratori, corsi di lingua, proposte culturali).

La via preferenziale che segna il percorso unitario delle Case di Accoglienza è un Progetto unitario che viene tracciato ogni tre anni, con il solo scopo di aprire dei laboratori comuni mediante un’azione sinergica e costruttiva per una migliore incisività.

La Casa non basta a se stessa, deve fecondare il territorio,
generare valore aggiunto favorendo contesti accoglienti. 

La Casa di Accoglienza è un crocevia di storie diverse: mamme con mamme, bimbi con bimbi, volontari con ospiti che inaugurano una cultura ed una mentalità di vita. L’alleanza positiva tra questi soggetti genera benessere. Inoltre in collaborazione con gli Enti pubblici e privati in tutta Italia le donne sperimentano percorsi di formazione in grado di sviluppare competenze e capacità di empowerment, imparano a costruire un proprio curriculum vitae, aiutate da un membro dell’equipe educativa o individuato dalla struttura, formato all’orientamento al lavoro, in modo tale da far incontrare le esigenze delle donne con la domanda lavorativa e raggiungere così una autonomia gestionale che le conduca al reinserimento sociale in tutta dignità.